La cantina di Principe di Corleone presenta due stazioni di scarico e pigiatura delle uve. Le tecnologie a freddo vengono usate per la gestazione dei bianchi in pressatura soffice e dei fermentini di diverse capienze in base alle uve trattate, al fine di valorizzarne le caratteristiche varietali.
L’esperienza nella trasformazione a Principe di Corleone si basa su quasi 50 vendemmie consecutive e ciò permette di raggiungere standard elevatissimi di qualità: un’enologia di precisione consolidata in un milione di bottiglie prodotte e commercializzate in Italia e all’estero.
Il processo produttivo applicato permette, poi, di rintracciare in cantina quanto elaborato dalla natura stessa, in un’equazione pressoché perfetta tra vigneto e cantina, tra vitigno e terroir. Le uve bianche e quelle rosse sono lavorate su singole linee autonome, selezionando diverse tecniche di vinificazione in base alla tipologia e al profilo richiesto.
Importantissimo l’utilizzo dell’acciaio in fase di affinamento, sia dei vini bianchi che dei rossi più freschi e fruttati; Vincenzo Pollara, insieme all’enologo interno Giuseppe Diesi, al consulente Vito Giovinco ed al loro team, selezionano i lieviti da utilizzare, attuando i processi di filtrazione, monitorando la stabilizzazione e, infine, l’imbottigliamento.
LA BARRICAIA E L'AFFINAMENTO DEI VINI IN LEGNO
Dalle grandi botti da 5000 litri alle barriques di rovere francese: come affinare e conservare l’identità di una terra.
Principe di Corleone utilizza botti e barriques di solo rovere francese, con diverse tostature e capienze in base al vino da affinare. Il loro utilizzo prevale chiaramente per i vini rossi, con tempi di permanenza modulati secondo le diverse grandezze: dalle grandi botti da 5000 litri, le medie di 2500, tonneaux da 550 e, infine, barriques da 225, solo di secondo e terzo passaggio. Temperatura ed umidità sono mantenute stabili e costantemente monitorate in base alla destinazione delle aree, tra affinamento e stoccaggio in botti o per l’invecchiamento in bottiglia.
LA SOSTENIBILITA'
Il successo di Principe di Corleone
risiede nella salvaguardia del suo terroir e nel rispetto dei vitigni autoctoni
La sostenibilità è un bene primario per l’azienda della famiglia Pollara, integrata con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale in vigna e in cantina grazie a pratiche agronomiche che permettono di migliorare la produzione e renderla più naturale possibile, evitando il diserbo chimico in campo, scegliendo materiali eco-compatibili, riducendo gli sprechi e recuperando acqua e calore, utilizzando l’energia del sole per una produzione destinata a crescere entro il 2023 fino a 130 kw e individuando aree sensibili e di specie protette che vivono nell’areale Corleonese per la preservazione dell’ambiente e la tutela della biodiversità.
Da luglio 2021 Principe di Corleone ha deciso di aderire alla fondazione SOStain adottando il disciplinare di protezione integrata e certificando, grazie a VIVA, i quattro indicatori relativi al territorio, area, vigneto e acqua, mossa dal principio che la sostenibilità promuove l’innovazione, riduce i costi e rende i vini più buoni e giusti. Dal 2024 tutta la produzione sarà certificata in biologico.